Convenzioni per la digitazione dei versi

1. Aspetti generali

Nella maggior parte dei casi non è necessario attenersi ad alcuna particolare regola nella digitazione del verso; anche le I e le U consonantiche sono di norma riconosciute dal programma, per cui è indifferente l'uso rispettivamente di U e V e di I e J in qualsiasi posizione.

Si verificano tuttavia dei casi in cui il programma comunica di non essere in grado di formulare una scansione o di essere incerto tra più possibilità, e chiede pertanto informazioni supplementari per accettare un'anomalia o per risolvere un'ambiguità. La soluzione consiste nell'inserire, immediatamente dopo la parola che ha prodotto la difficoltà, una marca esplicativa che riproponga la parola secondo alcune convenzioni in grado di sciogliere i dubbi di sillabazione, prosodia o fonosintassi. Tale marca sarà delimitata dai segni (== e ) e dovrà contenere solo caratteri maiuscoli e alcuni segni convenzionali. Poiché il programma non farà sul contenuto tra le parentesi alcuna elaborazione riguardante la sillabazione, è tassativo che siano fornite tutte le informazioni in merito: perciò occorrerà segnalare la natura vocalica o consonantica delle U e delle I (U e I = vocali; V e J = consonanti; JJ = I intervocalica) e la condizione di dittongo o iato in tutte le sequenze vocaliche. Questi i segni non alfabetici impiegati:
trattino basso _ separa due vocali in iato sia all'interno di parola (A_ERA) sia tra parole (EPHYRE_)
punto . unisce due o più vocali in dittongo o sinizesi (RE.I)
quantità breve - assegna quantità breve alla vocale che la precede (NI-SI)
quantità lunga + assegna quantità lunga alla vocale che la precede (DI+U)
apice singolo ' sostituisce una S caduca (TORVU')
N.B.: i segni - (breve) e + (lunga) sostituiscono nelle marche esplicative gli usuali per evidente comodità di digitazione
Esamineremo i casi in cui più comunemente può rendersi necessario l'inserimento della marca esplicativa (== ).

2. Disambiguazione di U e I

La necessità di distinguere U e I vocali da V e J consonanti si può verificare in alcune circostanze in cui il programma non ha la possibilità di risolvere per suo conto, come di norma avviene, e che si possono così riassumere:

  • I casi di omografia con differente sillabazione — in un contesto metrico che ammetta entrambe le possibilità — possono essere distinti solo in base al contesto semantico. Esempi:

    • Ter sine profectu uoluit nitentia contra
    • Auulsum montis uoluit latus, obuia passim

    In entrambi i versi il metro accetterebbe sia VOLUIT che VOLVIT: il programma pertanto chiede una disambiguazione, che sarà introdotta con la marca esplicativa:

    • Ter sine profectu uoluit(==VOLUIT) nitentia contra
    • Auulsum montis uoluit(==VOLVIT) latus, obuia passim

    Nel verso che segue Troia potrebbe essere tanto bisillabo quanto trisillabo, perciò si chiede di precisare:

    • Troia(==TROIA) Rhoeteo quem subter litore tellus

  • Consonantizzazione eccezionale di I o U vocaliche. Poiché questo fenomeno non è tra le regole del programma, è necessario segnalarlo con una marca che riporti rispettivamente J e V al posto di I e U. Esempi:

    • Fluviorum(==FLUVJORUM) rex Eridanus camposque per omnis
    • Italiam fato profugus Laviniaque(==LAVINJAQVE) venit
    • At nunc, exaequet tetricas licet ilia(==ILJA) Sabinas,
    • Ebulliat(==EBULLJAT) patruus, praeclarum funus!" et "o si
    • Iuli(==JULI) Flore, quibus terrarum militet oris
    • Hieremiam(==HJEREMIAM) dixere alii paruisse profetam.
    • Fluminis os, diri ripas habitant Iaxartae(==JAXARTAE).
    • Linquitur hic quaedam latitandi copia tenuis(==TENVIS),
    • Atque aliis extenuantur(==EXTENVANTUR) tabentque uicissim.

  • Vocalizzazione eccezionale di I o U consonantiche: è necessario segnalare il fenomeno con una marca che riporti rispettivamente I e U al posto di J e V. Esempi:

    • Egregio comitata uiro; nam proximus Iob(==IOB)
    • Vt medium ualli, pax nostra, resoluit Iesus(==IESUS)
    • "Nonne hic est fabri suboles, cui nomen Ioseph(==IOSEPH)?
    • Nunc quoque te saluo persoluenda(==PERSOLUENDA) mihi.

3. Uso del segno . (punto) tra due (o più) vocali

  • Formazione occasionale di un dittongo: richiede sempre l'uso della marca esplicativa. Esempi:

    • Nec radicitus e vita se tollit et eicit(==E.ICIT),
    • Quod si forte fuisse antehac(==ANTE.H.AC) eadem omnia credis,
    • Omnibus his Thesei dulcem praeoptarit(==PRA.E.OPTARIT) amorem,
    • Eurum ad se Zephyrumque vocat, dehinc(==DE.H.INC) talia fatur:
    • Rege sub Eurystheo(==EURYSTHE.O) fatis Iunonis iniquae
    • Deicere(==DE.ICERE) de saxo civis aut tradere Cadmo?"
    • Turaque dant Bacchumque uocant Bromiumque Lyaeumque(==LYA.E.UMQVE)
    • Pasco libatis dapibus. prout(==PRO.UT) cuique libido est,
    • Eosdem(==E.OSDEM) habuit secum quibus est elata capillos,
    • Tradidit arcano quodcumque uolumine Moyses(==MO.YSES):
    • Ecce deum in numero formatus et aeneus(==A.ENEUS) astat
      si segnala che AËNEUS, di regola quadrisillabo, è qui eccezionalmente trisillabo

  • Disambiguazione di una omografia. Esempi:

    • Extremam, ut perhibent, Coeo(==CO.EO) Enceladoque sororem
      il nome proprio è regolarmente bisillabo, ma è necessario disambiguare rispetto alla forma verbale omografa COËO trisillaba (si ricordi che il programma non distingue maiuscole da minuscole)

4. Uso del segno _ (trattino basso) tra due vocali

Le parole che contengono gruppi AE, OE, e AU bisillabici sono note al programma. I rari casi in cui può essere necessaria una precisazione sono riconducibili a queste circostanze:

  • Omografie, come aera/aëra, non risolte dal contesto metrico. Esempi:

    • Et quasi permanare per aeris(==A_ERIS) interuallum.
      poiché il contesto metrico consentirebbe entrambi gli omografi, AËRIS (trisillabo) e AERIS (bisillabo), è necessario disambiguare

  • Scioglimenti occasionali del dittongo. Esempi:

    • Siquis forte manu premere ac siccare coepit(==CO_EPIT).
      si segnala che COEPIT è qui eccezionalmente trisillabo
    • Sole dies lunamque dein(==DE_IN) patiuntur in ortus
      si segnala l'assenza di sinizesi in un gruppo vocalico di regola considerato dai poeti monosillabico

5. Uso del segno _ (trattino basso) per indicare la posizione di uno iato

Può accadere che il programma rinunci a formulare una scansione perché non sa scegliere tra più posizioni di uno iato; in questi casi si inserirà il segno _ alla fine della parola che è sede di iato; esempi:

  • Quis melior plorante gula(==GULA_)? ergo omnia fiunt,

6. Assegnazione a una parola di una prosodia non abituale

Il programma prevede la possibilità che una parola presenti nell'uso oscillazioni prosodiche, oppure, caso assai più frequente, che differenze di prosodia siano dovute semplicemente a omografia. Tuttavia possono comparire prosodie molto inconsuete che il programma non contempla e che pertanto vanno segnalate mediante una marca esplicativa. Esempi:

7. La S caduca deve sempre essere segnalata sostituendola con il segno ' (apice)